1 ott 2012

Cielo al Crepuscolo di MaraBGo - cap 7

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Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported. Per gli aspetti originali dell'opera quali: stile, trama e aneddoti inediti di fantasia dell'autrice e caratterizzazioni diverse dei personaggi originari di Twilight, il copyright è di Mara B. Gori. 

Per gli aspetti originari dell'opera Twilight di S. Meyer a cui il romanzo ff Cielo al Crepuscolo si ispira quali: nomi propri dei personaggi, caratterizzazione di base dei personaggi, ambientazione, trama di base, il copyright è degli aventi diritto. (Leggi Disclaimer)

Reating:
"Verde"  - "T"

Avvisi:
"IC"
"Missing Moment"

NB: "Team Edward"

Disclaimer:
 Questa è un opera di fantasia.
Ogni riferimento alla realtà è casuale.
La narrazione a doppio punto di vista dei protagonisti, e la loro caratterizzazione personale, rendono la storia un opera di fantasia dell’autrice, che comunque
si basa, sulla saga, e sui personaggi originali, del libro Twilight di S. Meyer.
La trama del racconto, riprende in parte, quella della sceneggiatura originale del film Twilight della Summit Entertainment.
Alcuni frammenti di dialogo, anche se totalmente o parzialmente modificati, sono tratti o ispirati dal doppiaggio italiano, del sopracitato film.
Tutti i diritti di suddette parti, sono loro riservati.
L’autrice si è ispirata alle opere originali, di cui riconosce pienamente i diritti di tutte le parti interessate.
Ogni violazione di questi, è casuale, e non intenzionale.
Alcune parole o frasi o parti di esse, ove richiamassero, agli scritti di S. Meyer, si intendono citazione degli stessi, anche se non esplicitamente evidenziato nella relativa pagina.
Alcune parole o frasi o parti di esse, ove richiamassero, la sceneggiatura originale di Melissa Rosenberg, dei film ispirati alla saga di S. Meyer, si intendono citazione della stessa, anche se non esplicitamente evidenziato nella relativa pagina.

Nota di lettura:
Il pov Bella (rosso), Edward (blu), è separato da una riga vuota, i pensieri diretti sono in corsivo.

LA VERSIONE POSTATA QUI E' UNA BOZZA E NON E' COMPLETAMENTE RI-CORRETTA QUINDI POTREBBERO SUSSISTERE ERRORI DI BATTITURA O REFUSI.
MA E' COMUNQUE LA VERSIONE RIVISTA PIU' RECENTE E CORRETTA DELLA FANFICTION.
La fic è stata scritta fra aprile e maggio 2010 ed è stata la mia prima opera letteraria in assoluto



CAPITOLO 7
hLa Partitag



Con Bella ci eravamo accordati.
Avrebbe anticipato, la mia presentazione a Charlie.
Poi io sarei entrato per invitarla ufficialmente alla partita di baseball con la mia famiglia.
In piedi nel piccolo portico d’ingresso della casa dei Swan, mi sentivo uno scolaretto impacciato; mi ero avvolto in un giaccone chiuso fino al collo, e avevo indossato pesanti guanti di lana, non  volevo che il Capo notasse la mia pelle troppo fredda.

Entrai in soggiorno, mio padre stava pulendo il fucile,  perfetto  pensai ironicamente.
“Papà senti... io sto uscendo con Edward Cullen e lui...vorrebbe presentarsi ufficialmente”
L’attacco era la miglior difesa.
 Cos’è questa storia?...uscendo! in che senso?! È troppo piccola per...uscire!
“Non è troppo grande per te?”
“No, noo, anche lui sta al secondo anno.”
“Pensavo che i ragazzi di qui, non ti piacessero...”
Mi ha sempre detto che Mike e Tyler, i suoi nuovi compagni di classe, erano solo amici che non le interessavano...
 “Edward non è di Forks, o meglio si è trasferito da poco. Pensavo...che i Cullen ti piacessero!”
Non mi avrebbe smontato.
“Okay, si l’ho detto infatti” mi rispose borbottando Charlie.
 Ho perso, Cullen è il miglior ragazzo che poteva scegliersi in questa città
“Potresti essere...gentile con lui?...Ci tengo!”.
 Ci mancava solo che cominciasse a fare domande!
Per tutta risposta si disegnò con un dito una finta aureola sul capo, e mi guardò con espressione ironica; ma, tuttavia, fece scattare il fucile per chiuderlo, era un avvertimento implicito.
Senza replicare a quel gesto più che eloquente andai a prendere Edward che mi aspettava sul portico.

Ascoltavo i pensieri di Charlie molto attentamente, per valutare la sua reazione.
Mi avvicinai a lui con il braccio teso, in modo cortese e rispettoso.
“Buonasera, Signore, sono Edward Cullen”.
“Buonasera, Edward”.
 Molto bene è educato
“Bella, stasera non farà tardi, avrò cura di lei, la porterò a giocare a baseball con la mia famiglia”.
“Bella… ad un partita di Baseball?!...auguri!”.
Così dicendo indirizzò uno sguardo ironico alla figlia.
 Bella odia lo sport, si terrà in disparte per non combinare disastri, povero tesoro, deve piacerle tanto questo ragazzo se si sacrifica così!

Non sopportavo essere presa in giro da Charlie per la mia inettitudine sportiva davanti a Edward!
Quindi misi fine a quella conversazione imbarazzante con un secco: “bene, papà noi andiamo! ”, trascinandomi dietro Edward scappando fuori da casa mia.

Era davvero comico come si vergognava delle figuracce, l’adoravo.

Sul vialetto, mi accorsi che Edward era venuto non con la sua auto ma piuttosto con un enorme fuoristrada.
Arrivati allo sportello si fermò e mi mise un cappellino da Baseball in testa, che aveva fatto magicamente comparire con uno dei suoi movimenti impercettibili.

Mi accorsi sistemandole il berretto, che una ciocca di capelli le danzava sulla guancia, la rimisi a posto: scariche elettriche viaggiarono lungo le mie dita fino al braccio.

Con un gesto dolcissimo mi sistemò una ciocca ribelle sfuggita alla mia coda, dietro l’orecchio.
“Da quando hai vampiri piace il baseball?”.
Parlai per nascondere l’emozione che il suo tocco mi provocava sempre.
“E’ il tipico sport americano...”
Mi prese in giro lui.

Feci salire Bella, le sistemai l’imbracatura di cinture da fuoristrada e partimmo a tutta velocità per la vallata a nord di Forks che confinava con la contea vicina.
Per arrivarci dovemmo percorrere  impervi sentieri in mezzo hai boschi, e, il fuoristrada ballava non poco, guadando piccoli torrenti e macinando rami sotto le ruote possenti.
Bella si reggeva con tutte le sue forze all’imbracatura era comica e tenera.

Il viaggio fu un avventura, ma dopo la sorpresa iniziale capii come assecondare il rollio della jeep e riuscii a godermi la gita, per quanto potevo, fra un salto e l’altro.

“Sta arrivando un temporale, ed è l’unico momento per giocare, capirai poi perché...”.
Lasciai la frase a metà sbirciando il viso di Bella mentre guidavo agilmente nella foresta intricata.

Non sapevo cosa volesse dire, ma l’avrei scoperto presto, con lui era sempre come entrare in un mondo fantasy in cui non sapevi mai cosa sarebbe accaduto; come Alice nel paese delle meraviglie, e, infatti sua sorella si chiamava Alice, niente di più scontato.
Sorrisi a Edward ero felice.
Arrivammo alla radura che stava per scoppiare il brutto tempo. “Ma ci bagneremo!” mi lamentai.

“No, la pioggia si rovescerà su Forks , Alice è più attendibile delle previsioni del tempo, non preoccuparti”.
Le strinsi le spalle per rassicurarla, parcheggiammo e la condussi a bordo campo.

Carlisle stava segnando le basi, ma il diamante era di dimensioni doppie rispetto a uno regolamentare.
Alice era pronta al monte di lancio.
Jasper alla battuta.
Rose e Emmett in ricezione ed Edward andò a raggiungerli.
Esme mi si fece accanto circondandomi con un braccio le spalle.
“Vieni Bella, ci serve l’arbitro!” mi disse con voce dolce e incoraggiante portandomi dietro il battitore.
In quel momento Emmett parlò divertito.
“Lei crede che bariamo!”.
“Ma io so che barate!” Gli rispose ironica Esme di rimando.
“Bella, non preoccuparti, dì, solo quello che vedi”.
Annuii grata della gentilezza di Esme.

Sbirciai dalla parte di Bella, sembrava serena, mi rilassai, mia madre era con lei, più tranquillo mi concentrai sulla partita.

Un tuono squassò l’aria col suo rombo assordante.
“Okay adesso possiamo iniziare” urlò Alice, e lanciò un bolide quasi invisibile, tanto era veloce, che venne intercettato prontamente dalla mazza di Jasper, con un suono secco potentissimo simile in tutto e per tutto al tuono di poco prima.
“Okay ho capito perché vi servono i tuoni” dissi a Esme.
Le loro capacità mi affascinavano sempre più, e mi divertii moltissimo a guardarli giocare.
Controllai le scivolate incredibili sulla casa base di Carlisle e Rose e dichiarai quest’ultima out .
Lei mi rivolse uno sguardo di fuoco, Emmett la prese in giro.
“Perché te la prendi, Tesoro?! È solo una partita!”
Rideva di gusto, della sua espressione furiosa.
Dopo poco Carlisle al turno di battuta, tirò un missile.
Emmett scattò per prenderlo, arrampicandosi in un lampo su un alto tronco.
“Il mio gorilla!” esclamò Rose ironicamente.
Si capiva che quei due si amavano molto.
Dopo poco fu il turno di Edward di ricevere, ma doveva combattere contro Emmett e Carlisle, molto più vicini di lui.
“Sicuramente sarà un home run”.
“Non è detto, Edward è molto veloce...”
Mi disse all’orecchio Esme in tono complice.



Infatti Edward spiccò il volo per prendere la palla ad un altezza vertiginosa e in aria si scontrò con Emmett in un fragore di tuono.
Ricaddero sull’erba ridendo.
“Ma che fai! Fratellino? Il gradasso davanti alla tua ragazza?!” lo stuzzicò Emmett.

Diedi una spinta a Emmett per zittirlo, mi stavo davvero godendo la partita, tutti erano rilassati, Bella si stava divertendo e io mi sentivo leggero, e, per una volta, in pace con me stesso, la quiete prima della tempesta.
“Ragazzi! Fermatevi!” il tono di Alice era allarmato, un profondo brivido mi scosse la schiena e capii immediatamente.
Ancor prima che mia sorella parlasse ancora, in un lampo fui da Bella, le strinsi la vita, in gola un ringhio furioso.

Non capivo cosa stava succedendo, in un attimo l’intera famiglia Cullen, Edward per primo, aveva fatto cerchio intorno a me, lui mi serrava la vita, quando Alice parlò.

“Mi spiace sono veloci e hanno cambiato idea quando ci hanno sentiti, se ne stavano andando, quindi non ho potuto avere una visione prima della loro decisione”.
La puzza dei  vampiri nomadi arrivò prima dei loro pensieri, camminavano affiancati, erano in tre, due maschi e una femmina.
Ero terrorizzato, sapevo cosa sarebbe accaduto, nella migliore delle ipotesi avrebbero desistito, eravamo troppi in confronto a loro, ma nella peggiore ci sarebbe stato uno scontro se avessero percepito Bella.
Ero stato un irresponsabile idiota, a pensare di poterla condurre così allo scoperto, in quei territori, sapendo che c’erano stati degli attacchi.
“Edward è troppo tardi non puoi portarla via ora, la percepiranno, e ti inseguiranno”.
“Tentiamo di distrarli, tienila sottovento, con il berretto non vedranno i suoi occhi, cercheremo di farvi allontanare naturalmente, senza destare sospetti”.
Carlisle parlava in tono calmo e autoritario.
“Sciogliti i capelli, coprirai l’odore della pelle del collo” era un ordine e fortunatamente Bella prontamente mi obbedì.

Ero spaventata a morte, dalla loro agitazione, decisi di fare tutto quello che Edward mi ordinava.

“Come se bastasse! Si sente il suo profumo da chilometri”
Rose era velenosa, i suoi timori si avveravano.
Le ringhiai contro, non era il momento di polemizzare.
Ci parammo a creare una linea compatta, io e Bella leggermente indietro al lato.
Si stavano avvicinando lentamente a passo umano incuranti e tranquilli.
Ci giunsero davanti.
Quello che ci parve il capo, un vampiro di pelle nera con ridicole treccine rasta, e, un abbigliamento eccentrico logoro per la caccia nelle foreste, parlò: “Credo che questa sia vostra!”.
 Ehi! Una squadra al completo, mi piacerebbe divertirmi un po’!
Il suo tono era allegro in linea con i suoi pensieri, lui non mi preoccupava in quel momento, fissai l’altro maschio e la sua compagna.
Ma cosa stanno facendo? Energie sprecate! L’unica attività di movimento è la caccia, la bramosia della scia!
 Si, giochiamo! Queste femmine le batto quando voglio, non sanno quanto sono veloce!
 Maledizione un Segugio ! Era la razza peggiore, veneravano la caccia, e seguivano la preda con fiuto eccezionale.
Strinsi Bella più forte mettendola dietro di me, non l’avevano ancora sentita.
“Io mi chiamo Laurent, e questi sono James e Victoria”. prosegui il capo.
E scagliò la palla in direzione di Carlisle, che la bloccò, aveva capito che lui era il capo.
“Io sono Cullen e questa è la mia famiglia” indicò con un cenno tutti noi.
“Credo che le vostre attività di caccia nel nostro territorio siano un...problema”.
 Accidenti! Abbiamo sconfinato, meglio tenere un atteggiamento amichevole, sono in troppi e sospetto anche potenti
“Stavamo solo attraversando la zona, non sapevamo fosse rivendicata...” assunse un tono conciliante.
 Era furbo  Pensai. 
“Noi risediamo stabilmente qui infatti”.
 Ed calmo! il capo ha capito, appena puoi defilati con Bella senza insospettirli
Strinsi i denti, mio padre non sapeva che James era un segugio.
“Possiamo fare una partita?” Laurent era più rilassato.
 Bene ora che è tutto chiarito, perché non divertirsi?
La femmina si intromise.
“Io lancio una palla ad effetto, micidiale”.
 tremate femmine insulse 
“Sopravvivremo” Emmett e Jasper la scrutarono pronti all’attacco.
“Perfetto, qualcuno se ne stava andando, potete prendere il loro posto, noi batteremo per primi”.
 Ed, è il momento andate!
Carlisle era cordiale cercando di infondere calma.

Ero rimasta ipnotizzata a fissare i tre vampiri, evitando di farmi notare.
I loro occhi erano di un rosso rubino terrificanti, per la prima volta da quando conoscevo il segreto di Edward, ebbi veramente terrore per la mia vita, tremavo.
Il loro aspetto trasandato contrastava con la loro tipica bellezza, James e Victoria erano chiari, lui biondo dall’aria malvagia e scanzonata, lei rossa con lunghi boccoli di fuoco.
Ma nel loro caso la bellezza era ferina mostruosa, tutto in loro trasudava morte per una preda come me.
Sentii l’istinto di conservazione che mi urlava di correre, dovetti dominarmi.
Edward mi serrava la vita e mi intimava con lo sguardo di tenermi in disparte.
Occhi bassi curva su me stessa,  ebbi un brivido, ero davvero un coniglio indifeso davanti ad un lupo.
In quel momento successe l’inevitabile, il vento del nord spirando fra i monti, arrivò nella radura alle mie spalle e mi carezzo il collo scompigliandomi i capelli, bastò.

Successe tutto in attimo, feci appena in tempo a mettere Bella dietro di me, il segugio aspirò dalle narici.
 che profumo dissetante!
“Ti sei portato lo spuntino!” .
Era già in posizione di attacco, lo imitai, parandomi davanti a lui, un ringhio sordo e furente usciva dalla mia gola.
La mia famiglia fece cerchio intorno a Bella e si misero in posizione davanti ai tre, pronti a scattare.
 ci massacreranno, idiota!  
Laurent era spaventato.
 Possiamo batterli! James sono con te, dai il via!  
Victoria aspettava ordini dal vero capo.
 La reazione del ragazzo è molto interessante, è, la sua compagna! Un umana! Bene la caccia sarà  più emozionante! Quell’odore lo potrei seguire dovunque! E la lotta con lui stimolerà il mio appetito
Il Segugio era scattato, bisognava agire subito, salvarla, solo questo importava.
“Okay, calmiamoci! Vedo che la partita è finita...”.
“Victoria,  James, andiamo!” .
Laurent cercava di farsi rispettare, evitando lo scontro, sapeva che avrebbero perso contro sette avversari.
 Okay, ho tutto il tempo che voglio per ucciderla, sarà sempre più interessante questa storia
Fece cenno alla compagna di seguirlo, le mise un braccio intorno alle spalle, si voltarono tutti e tre e sparirono.
“Edward, porta via Bella!”.
 Noi organizziamo un piano di difesa

Era successo tutto in un attimo, ero frastornata, Edward mi stava già trascinando alla Jeep mi depositò sul sedile bruscamente, armeggiando nervosissimo per allacciarmi l’imbracatura.
“Okay, okay è a posto!!!” esclamai isterica.

 Sta rischiando la vita per me! Per la mia idiozia! Non avrei mai dovuto amarla! Devo proteggerla!
Montai al posto di guida in un lampo, e, già guidavo impazzito per la foresta, cercando di mettere a fuoco un piano dazione.

Edward guidava inferocito per i sentieri nei boschi come se stesse andando in battaglia.
“Cosa...c’è...mi inseguirà per sempre?!” Ero allibita credevo che il pericolo fosse scampato, infondo se ne erano andati.

“Bella ma non capisci?! James è un segugio, la caccia è la sua ossessione e, la mia reazione, l’ha fatto scattare! Gli ho appena reso questa sfida la più emozionante della sua vita, non si fermerà mai finché non ti avrà uccisa!”
“devo portarti via! Fuori dal suo raggio d’azione! Poi  lo uccideremo, facendolo a pezzi e bruciando i resti ”.

 No! Io dovevo prima avvertire Charlie!
“Edward portami a casa!” gridavo ormai isterica.

 Era pazza?!
“Bella! Ma non capisci! Seguirà il tuo odore fino a lì sarà il primo posto dove andrà!”.

 NOOOO A CASA C’ERA CHARLIE! 
Il terrore non mi faceva respirare tuttavia continuai a strillare.
“Edward! Ma a casa c’è Charlie! Morirà per colpa nostra!”.

Aveva ragione! Nel mio folle e disperato tentativo di portarla via, in quel momento non ci avevo pensato.
Ma era anche perché sapevo che Carlisle avrebbe predisposto un piano di difesa anche per lui.
“Devi andare via Bella! Non posso riportarti lì!”.

“No!” 
Non avrei ceduto, adesso lui sragionava impazzito dal terrore di perdermi, ma doveva pensare anche a mio padre! Non sapevo che piani avesse per lui, mi dissi che i Cullen l’avrebbero protetto. ma non potevo sparire così.
 Sarebbe morto lo stesso per la preoccupazione
“Ascoltami Edward! Ragiona! andrò a casa, inventerò qualcosa per papà, e partirò magari dicendo che torno da mamma.
Faremo in modo che il segugio senta, e poi potrai portarmi via, e farete ciò che dovete!”. 
Il mio tono era disperato supplichevole.

Aveva ragione, stava cercando di proteggere la sua famiglia, come io tentavo disperatamente di proteggere lei.
“Va bene, ti do pochi minuti!”.

“Okay, ho già in mente che dirò, vieni sul portico, e rimani lì, mentre entro sbattendo la porta.
Parcheggiammo sul vialetto, Edward controllò la zona, e mi disse che il segugio era lì vicino appostato sottovento.
Non sapeva che Edward poteva sentire i suoi pensieri, per ora non si sarebbe mosso, voleva studiare la situazione.
Scesi sbattendo la portiera, precipitandomi in casa sbattendo la porta in faccia ad Edward.
Immaginavo che papà stesse vedendo la TV, e infatti assistette a tutta la scena.
“Ti ho detto di lasciarmi in pace! È finita! Io me ne vado di qui!”  Urlavo contro la porta chiusa, e corsi su per le scale.
Charlie mi corse appresso allarmato.
“Bella cosa succede?! Che ti ha fatto?”.
Io correvo su e giù per il corridoio prendendo la sacca da viaggio, e le scarpe dal ripostiglio, senza alzare gli occhi.
“Ti ha picchiata?! Io lo uccido…!” Era furioso.
“No, papà! L’ho mollato! Sono stata io, lui non centra!”.
La mia voce era isterica, su quello non fingevo.
Entrai in camera e chiusi la porta, Edward era lì e già stava riempiendo la sacca con i miei vestiti.
“Bella rispondi! Cosa stai facendo? Perché stai preparando i bagagli?! Cosa?...” mio padre batteva colpi  sordi all’uscio a far da eco al suo tono preoccupato.
Uscii dalla camera sconvolta, la sacca in spalla, parlavo mentre scendevo le scale.
“Me ne devo andare Charlie! Io questa relazione con Edward non la voglio, mi coinvolge troppo, io non voglio legami qui a Forks!”.
  Doveva credermi maledizione!
“Bella...ti voglio bene e non voglio che tu te ne vada, credevo che fossimo felici...che ti stessi abituando...a me”.
Soffriva, e io gli avrei dovuto dare il colpo di grazia, solo così potevo proteggerlo.
“Vivere qui non fa per me! Tu ami questa vita, io no!” sospirai seccamente, prima di continuare torva “e se non tronco tutti i legami adesso, finirò intrappolata qui, come mamma!”.
Charlie mi fissava atterrito, sotto shock, ne approfittai per uscire dalla porta.
Lui si riprese e mi seguii sul vialetto.
“Bella! Aspetta almeno domani! Ti accompagno all’aeroporto! Non puoi guidare fino a Phoenix, poi tua madre non c’è,  tornerà fra due settimane!”.
“Papà, se mi verrà sonno mi fermerò, sai che sono prudente, chiamerò mamma, e la farò tornare prima, io devo andare!
Non resisto più!”.
Aprii lo sportello del pickup e mi ci gettai dentro.
Misi in moto senza guardare gli occhi disperati di Charlie e affondai l’acceleratore per lasciarmi alle spalle la mia vita, in cambio di quella di mio padre.

Avevo seguito tutta la scena esterna del vialetto, appostato, sapevo che il segugio era lì e non volevo correre rischi, appena Bella mise in moto e svoltò per la strada buia,  la raggiunsi e saltai sul pick-up.
Sapevo che era sconvolta e dovevo proteggerla.

Le lacrime mi scendevano copiose e mute sulle guance, la testa girava, a malapena vedevo la strada, un tonfo sordo allo sportello mi fece trasalire.
Era Edward, in un attimo entrò nell’abitacolo in corsa, e si sostituì a me al posto di  guida.
Lo lasciai fare scostandomi come un automa, la morte nel cuore, avevo profondamente ferito mio padre per salvarlo da James.
“non mi perdonerà mai... ” farfugliai la voce rotta dal dolore.

 Quanto doveva ancora soffrire Bella per me?
 Se avessi potuto mi sarei ucciso per punirmi, ma ora dovevo solo consolarla e proteggerla.
“Charlie ti perdonerà, ti ama”
Era vero, avevo letto tutto il dolore che aveva provato nel sentire la figlia parlare così, ma anche tutta l’angoscia di vederla soffrire.
“Tu non capisci! Gli ho detto le stesse parole di mia madre la notte che lo ha lasciato! No, non lo farà mai! ”
“Solo così ti avrebbe lasciata andare...”
La situazione sarebbe andata apposto, una volta ucciso James. Adesso la sua sicurezza veniva prima di tutto.

Non replicai, sapevo che Edward aveva ragione, solo per quello avevo avuto la forza di parlargli così.
Guardai fuori dal finestrino, passammo davanti alla tavola calda più frequentata di Forks.
Angela e gli altri compagni di classe, stavano uscendo in quel momento, ignari e ilari, vivevano semplicemente la vita di adolescenti.
Non li avrei rivisti per molto tempo.
Rabbrividii, seguire Edward mi era costato molto, ma non riuscivo a pentirmene, e, poi, non era colpa sua se avevamo incontrato James.
Sentii un altro tonfo sordo, e il sangue mi si gelò nelle vene.
 “E’ Emmett! Sta dietro”
Mi girai e notai la figura imponente del fratello di Edward, dritto in piedi nel cassone del pick-up.

“Alice ci segue nella Jeep, Charlie è al sicuro, il segugio segue noi, crede che la scenetta a casa tua serva per depistarlo, quando ci fermeremo si apposterà, poi la mia famiglia lo attirerà a nord per finirlo, e io, invece, ti porterò a sud in Arizona da tua madre”.

Il piano era perfetto.
 Il punto era: Quanto tempo ci sarebbe voluto?
Edward come avrebbe fatto a starmi vicino nelle assolate giornate di Phoenix?
E se qualcuno dei Cullen combattendo con James si fosse ferito, o peggio, per colpa mia?
Scossi la testa, non volevo pensarlo, mi faceva troppo male, adesso anche loro erano la mia famiglia.

Bella era scossa da tremiti di paura, e scuoteva ripetutamente il capo come se stesse cercando di dare un senso ai suoi cupi pensieri.
Odiavo vederla così, essere la causa di questa situazione orribile in cui l’avevo messa, facendola sprofondare nell’incubo della mia esistenza.
Le cinsi le spalle con un braccio attirandola a me nel buio dell’abitacolo.
Lei si rannicchiò, spaventata, sotto la mia spalla, mi teneva spasmodicamente stretto come se fossi la sua unica ancora di salvezza, anche per me era così.

Mi strinsi a Edward quanto più potevo, era l’unica mia ragione di vita, in quel momento potevo scappare, lasciarmi alle spalle tutto, ma non lui.
 Lui no!

Parcheggiai davanti a casa, e così Alice dietro di me, sapevamo che il segugio era appostato nelle vicinanze, ma non avrebbe agito finché non ci avesse trovato soli.
Io e Bella, lui voleva noi due, e aspettava solo il momento della nostra fuga per inseguirci anche in capo al mondo.
 Ed, lo vedo appostato nel bosco, a un miglio da qui, starà sottovento controllando la vostra scia, ma non si farà vedere
“Bene, adesso possiamo scendere”.
La presi per mano e la portai nel garage: il nostro centro operativo per le emergenze.
Carlisle, Emmett e Jasper già si stavano dando da fare con le attrezzature, Alice portò la jeep e loro la caricarono.
Poi mio padre si rivolse a noi due.
“Edward, ascoltami, è meglio che non accompagni tu Bella, il segugio sta seguendo anche la tua scia, se vieni con noi lui cadrà nella trappola più facilmente”.
“No, io non la lascio Carlisle!”.
Lei si teneva stretta a me e mi fissava con occhi spaventati.

Non volevo separarmi da Edward, mi aggrappai a lui con tutta la forza che potevo.

“Ed, porterò io Bella a Phoenix, con Jasper” Alice, apparsa dietro a noi, aveva circondato le spalle di Bella con un braccio costringendola a mollarmi e cercando di infonderle sicurezza.
“Jasper! Sei impazzita?” Sibilai, irritato.
“Jasper mi aiuterà a controllare l’umore di Bella, non le farà del male, ci sono io! La sorveglieremo e, non appena ci darete notizie positive, la riporteremo a Forks!”.

“Qualcuno mi vuole chiedere il mio parere?!”.
Tremavo di rabbia, mi stavano sbattendo come uno yo yo fra gli abbracci di Alice, e la preoccupazione di Edward.
Mi scostai da lei e guardai lui.
“Vado con lei, ha ragione tuo padre!”.
Mi girai e mi feci trascinare da Alice nella lussuosa berlina dai vetri oscurati del dottor Cullen, prima che lui potesse vedere le lacrime di preoccupazione che minacciavano di trasbordare dagli occhi.

Mi riscossi dall’immagine di Bella in lacrime che si allontanava da me.
Dovevo restare concentrato, sfilai due giacchetti dalla sua sacca presi apposta per lo scopo.
“Esme! Rose!” Mettete questi per ingannare il segugio, così dicendo tirai i vestiti verso di loro.
Esme lo intercettò e lo indossò immediatamente.
Rose  lo prese al volo, ma mi guardò con aria di sfida, e solo allora realizzai che, i suoi pensieri irosi stavano urlando nella mia testa da quando ero entrato in garage, dava a Bella la colpa di tutto.
“Perché?! Cosa è lei per me?!” diede voce alla sua rabbia.
Esme la guardava infuriata per la sua  egoistica insensibilità.
Fu Carlisle a fermarla con un gesto della mano, la voce ferma del capofamiglia non ammetteva repliche:
“Rosalie! Bella sta con Edward, e quindi fa parte della famiglia! E noi proteggiamo la famiglia! Questo è un principio che non si discute!”.
Rose guardò fiera Carlisle ma obbedì ed indossò il giacchetto salendo sulla jeep.
Adesso mi restava una sola cosa da fare, presi la sacca di Bella, e mi avvicinai al finestrino della berlina.
Ero fra le due auto pronte a partire, porsi la sacca a Alice, che la mise nel bagagliaio, e avvicinai il viso a quello spaventato di Bella che mi fissava  da sopra il vetro abbassato.

Lui era lì davanti a me, e improvvisamente la preoccupazione che si facesse del male mi assalì.
“Edward io...se dovesse succedere qualcosa a te o a uno di voi...io, non resisterei”
Balbettavo, tremavo, ero in pieno panico.

Non sopportavo vederla così.
Era così spaventata! Così indifesa! E ancora si preoccupava per me! Per la mia famiglia! Dovevo rassicurarla!
Tentai, nonostante la rabbia e l’angoscia del momento, di dare un intonazione sicura alla mia voce.
Mentre cominciavo a parlare già sapevo che mi sarei dovuto separare da lei, e solo la rabbia verso James mi tenne lucido.
“Bella non devi preoccuparti”.
Le tenevo il viso fra le mani carezzandole teneramente le guance.
“Noi siamo in sette” e loro solo in due. 
Ho saputo che Laurent è venuto per metterci in guardia da James, lui non vuole entrare in questa storia”.
Catturai il suo sguardo nel mio,  che era nero di frustrazione.
“Quindi quando tutto sarà finito, ti verrò a riprendere”.
Le passai un dito sotto al mento alzandole il viso.
“Bella, tu sei tutta la mia vita ormai!”.
Era la pura verità, e le sfiorai per un ultima volta le labbra.

 Edward sarebbe tornato sano e salvo per me!
 La sua voce non mentiva, mi spinse dolcemente indietro, fece un cenno con la testa, le due macchine partirono facendo slittare rumorosamente le gomme.
Rimase là nel mezzo a vederci sparire, io chiusi gli occhi e lasciai che le lacrime sgorgassero copiose.
Ormai non importava più, poi un senso di calma mi invase forse era il potere di Jasper di cui parlava Alice poco prima, e senza più pensare sprofondai in un sonno profondo.





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